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Fare Soldi Per Affari

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Cfr. W. DIFFIE, S. LANDAU, The Export of Cryptography in the 20th Century and the 21st, op. Le esportazioni che influenzano sia usi civili sia usi militari sono regolate invece dal Department of Commerce. I controlli sulle munitions sono molto più severi di quelli sui dual use, dal momento che richiedono una approvazione individuale delle licenze di esportazione, con specifica dettagliata del prodotto e dell’attuale acquirente, mentre gli altri beni sono semplicemente controllati su larga scala per categoria di prodotto o per nazione di destinazione. Due fattori rendono queste licenze in conflitto con un utilizzo commerciale serio della crittografia. Se questi prodotti venissero bloccati o limitati nel loro utilizzo e diffusione per il solo fatto che un loro potenziale utilizzo potrebbe beneficiare uno stato nemico, rimarrebbe ben poco dell’attività comune de commercio internazionale. Il report concluse che, facendo un bilancio giuridico, politico e scientifico, i vantaggi di un utilizzo su larga scala della tecnologia crittografia superano di gran lunga gli svantaggi, e che la politica degli Stati Uniti d’America era inadeguata per i requisiti di sicurezza della società dell’informazione.

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Durante la Guerra Fredda, il veicolo principale per questa cooperazione tra gli Stati Uniti d’America e i suoi alleati era il Cocom, il Coordinating Committee on Multilateral Export Controls, la cui membership combinava Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Stati Uniti d’America e la maggior parte dei Paesi dell’europa occidentali. Fu invece molto più efficace puntare sulla limitazione delle esportazioni, che diminuì l’uso della crittografia non solo all’interno degli Stati Uniti d’America ma anche all’esterno. Sospesa la risposta, passiamo alla vicenda di Dmitry Sklyarov, accusato di avere elaborato un sistema per aggirare le protezioni crittografiche degli e-book (i libri elettronici) prodotti dalla Adobe (notissima azienda che opera nel settore della grafica computerizzata). Le leggi, in vigore oggi negli Stati Uniti d’America, che controllano le esportazioni sono radicate nel periodo della Guerra Fredda che seguì la seconda guerra mondiale. Il controllo delle esportazioni crea un background fondamentale in questa guerra di libertà e di tecnologia. Il Clipper ha delineato però un fondamentale principio per cui il Governo avrebbe il diritto di controllare la tecnologia crittografica al fine di garantirsi il potere di leggere messaggi intercettati (in una mossa correlata, il governo ha segnato una grande vittoria.

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La risposta immediata del Governo fu quella di cercare di acquisire lo stesso potere di classificare le informazioni e di controllare legalmente la tecnologia crittografica simile a quello che il Department of Energy affermava nell’area della energia atomica. Nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, la crittografia era, come la energia nucleare, una tecnologia quasi interamente militare. È antica come l’arte stessa di scrivere, è utilizzata da secoli come mezzo per tenere segrete le comunicazioni, ha visto grande fortuna nel settore dell’intelligence, nella diplomazia, in periodo di guerra. Ma esistono metodi più rapidi e meno dispendiosi per porre rimedio all’esistenza dell’errore? Sino agli anni Ottanta e Novanta il quadro era questo: i sistemi crittografici erano chiusi in centro di ricerca, non potevano essere fatti circolare, men che meno per un uso commerciale, e venivano utilizzati segretamente.

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I provider, fa notare ancora lo studioso, confidano nella tecnologia crittografica anche per aumentare la fiducia degli utenti: ecco perché, a volte, la crittografia viene incorporata nei browsers, con certificati e comunicazioni che vengono automaticamente criptate. Era però troppo poco, e troppo tardi: già nel mondo gli utenti avevano fiducia in sistemi con chiavi di almeno 128 bit. Il Governo comprese ben presto che era necessario un cambio di rotta, e che se non era materialmente possibile un controllo sulle menti, un vincolo legittimo alla ricerca e alle pubblicazioni, era invece possibile il controllo della diffusione della crittografia. Il nocciolo della questione è, in primo luogo, se al cittadino deva essere consentito l’impiego di strumenti crittografici (la risposta non è affatto scontata visto che in Francia, per molti anni, la crittografia era regolamentata in modo estremamente rigoroso e penalizzante per i “citoyen”). Sono cinque, secondo Koops, gli studi nazionali sulla questione della crittografia che danno orgine alla crypto controversy, ovvero al dibattito politico, giuridico e sociale su larga scala su queste questioni. 7 B.-J. KOOPS, The Crypto Controversy, op. B.-J. KOOPS, The Crypto Controversy, op. Questo rapporto tra evoluzione della nuova società dell’informazione e necessità di security è delineato con chiarezza da B.-J.

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